ISPIRATI DALL'EQUILIBRIO
Viviamo in un luogo straordinario, che guida il nostro lavoro e nobilita le nostre anime. Questa regione che è sintesi meravigliosa della nostra Italia. Qui le mani lavorano instancabili, tutto si risolve in soluzioni misurate e piacevoli, il cuore a ritmo costante pulsa idee feconde. Abbiamo trovato nutrimento per le nostre radici, il terreno giusto per coltivare le nostre passioni e la nostra arte. Ci piace essere orgogliosi e premurosi con il luogo che ci ospita, provare a raccontarlo, e viverlo con le giuste maniere.
Abbiamo girato molto prima di tornare, e restare. Prima di ricevere l’ispirazione giusta, come una concessione ad esprimersi. Abbiamo iniziato da un punto qualunque, poi il filo si è tirato dietro tutto il resto, ed un nodo dopo l’altro sciogliendosi ha mostrato il suo senso. Le esperienze acquisite altrove hanno trovato una concretezza, ora ci sentiamo a casa. Ma ancora stranieri.
Qui dove c’è il gusto del lavoro fatto bene, l’impegno e la bravura dell’artigiano, la libertà incerta dell’artista, stiamo facendo nostre le lezioni che i nostri padri e i nostri nonni hanno dovuto imparare, e ci sono state trasmesse. Proviamo a non gridare, a rimanere in piedi, spesso increduli, stranieri ed entusiasti di fronte all’avventura che stiamo scrivendo.
La cooperazione e la curiosità ci hanno fatto crescere ed evitare il dispendio inutile di energie. Accompagnati dalla certezza che nulla di ciò che facciamo vada disperso. Lasciamo ovunque tracce sottili, piccoli gesti che diffondono vibrazioni in grado di propagarsi lontano, inimmaginabile dove.
E’ tutto possibile in un piccolo borgo, a Serra de’ Conti nel cuore delle Marche.
Luglio, è l’odore dorato del grano che ti ferma il passo e la mente, sospeso in un tempo in cui l’armonia si diffonde in ogni cellula ed in ogni strada sterrata. Passeggiare è un ritorno alle origini, il giallo carico è il sublime raggiungimento della perferzione.
Scendere in acqua dalle colline, senza fatica. Indolenti aspettare la notte, come fosse una rivelazione o un presagio. Qui devi solo seguire il tuo istinto e girovagare ispirato ed attento. C’è una voce come un richiamo che ti porta a fluire senza sbagliare.
I muri caldi hanno assorbito il lavoro incessante del giorno. Ogni gesto diventa una cura, uomini simili a giardinieri si prodigano e ragionano su come fare meglio domani. Ho riposato a lungo prima di svegliarmi e non fermarmi più, prima di capire il mio posto e la carica delle mie azioni.
Nella solitudine attiri l’impossibile, accogli le onde irrequiete rialzandoti in compagnia di ottimi amici, sdraiato a riprendere fiato. Scorribande miti ed estranianti, routine piacevoli come il logorio del sale che scolpisce e ammorbidisce. Puoi nasconderti. Qui tutto è concesso. Un calice gira e rigira, odora di conchiglie spezzate.
Per qualcuno è duro da sopportare, per pochissimi è semplicemente un tutt’uno e non si distingue più. Tutti vogliono venire, andarsene e ritornare. Sono messi alla prova. Istruire i sensi, ascoltare e vedere lontano, assorbire l’aria. Puoi iniziare a peregrinare sotto le stelle, resettando il tempo e ricominciando una nuova esistenza.
Forse stai qui per accorgerti che il confine è molle, elastico. Che il pino si affaccia e chiacchiera con tanta enfasi da non lasciarsi distrarre nemmeno quando parli di lui. Le stagioni qui si fanno ritmate e si fanno godere, si esce per i campi percorrendo curve senza sosta, quello che speri accade. Una chiesa in riva al mare, il portone aperto. Musica ovunque.